RedHat ci prova sul serio.

Che Linux fosse il mondo del tutto gratis sempre e comunque era una cosa di cui pochi erano veramente convinti.
Che RedHat non fosse una associazione senza scopo di lucro lo sapevamo tutti.
Così alla fine poco stupisce che RedHat abbia annunciato che il supporto per i suoi prodotti sarà a tempo limitato. Scaduto quel periodo di tempo sarà consigliabile passare al prodotto più recente per garantirsi gli aggiornamenti ed il supporto.
(The Register ha un articolo a proposito)

Questa sterzata verso modelli di business a cui ci hanno abituato software house come la Microsoft riguarda la momento i prodotti consumer, ma la notizia è significativa.
RedHat è forse la più grande realtà commerciale nel mondo di Linux, e la sua mossa dimostra una chiara intenzione di fare seriamente i soldi con Linux.
Tutto questo non mancherà di far discutere la comunità Linux, tradizionalmente abituata a sviluppare software senza pensare granchè al guadagno.
C’era da aspettarselo che qualcuno prima o poi cominciasse a cercare di fare i soldi seriamente con Linux usando i metodi più tradizionali, e RedHat era sicuramente tra i più papabili ad osare per prima.
Buona fortuna, Linux…

Armi chimiche dietro casa

Grazie a mrjive leggo un articolo di Alessandro Robecchi:

Forse quando hanno finito con Saddam gli ispettori dell’Onu possono venire qui. Se sono bravi a cercare armi chimiche di distruzione di massa e da avvelenamento collettivo, qui non avrebbero che l’imbarazzo della scelta: Priolo, Marghera, un bell’incrocio trafficato di Milano o di Roma.
Chissà se i mefitici generali di Saddam dimostrano, nel nascondere le «pistole fumanti», la stessa fantasiosa creatività dei dirigenti dell’Enichem. Quelli che «allungavano» con soda e calce i rifiuti tossici per farli sembrare meno tossici, quelli che versavano il mercurio nei tombini (cioè in mare). E che del magistrato inquirente, che si aggirava in zona, dicevano «u futtemo», lo freghiamo, chissà come si dice in iracheno.
Come al solito, paga la popolazione civile: ci vuole un bel coraggio per mettere al mondo un bambino a Baghdad, oggi, ma anche farlo a Priolo non è del tutto sicuro.
Corollario italiano: un medico (un primario di pediatria) va ripetendo che nell’impennata delle malformazioni nel triangolo maledetto Augusta-Priolo-Melilli c’è di mezzo il mercurio, e lo dice da vent’anni, e non succede niente. Risparmio stimato dell’azienda, dieci miliardi (lire) all’anno, mettetevi una mano sulla coscienza, una sulla calcolatrice e fare due conti.
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