E pensare che ho quasi odiato agosto per buona parte della mia vita.
“Successe tutto in agosto” , potrebbe essere il titolo, se non fosse che è stato un tirare le somme, ritirare il premio per essere arrivati alla fine di un’estate tutta in salita, in cui si rischiava di cadere malamente.
Il periodo in cui le letture assorbivano molte delle mie emozioni ed energie mentali non è mai del tutto passato. Sicuramente non è più come da adolescente, quando mi trovavo per le mani un’edizione economica di un libro che ho amato molto, anche se da tutti considerato un’opera minore di Jack Kerouac.
Ricordo la copertina in cartoncino plastificato e soprattutto l’immagine di copertina, la riproduzione di un quadro che mi sono ritrovato a fissare molto spesso, a libro chiuso. Pochi personaggi in un campo vasto, nella luce di un locale notturno, come spiati da un passante misterioso. Un trancio di vita per chi ama sbirciare nelle vite altrui, forse con una qualche utilità o forma di compensazione per la propria.
E’ così che ho conosciuto Edward Hopper, e per anni è stato il mio solo modo di amarlo.
Per anni, fino a quando in libreria non ho trovato uno splendido volume Tascher a meno di 10 euro.
Sempre sia benedetto.