Arena Civica, 26 luglio 2008

Giacca e cravatta. Maglietta ed occhiali da sole. Jeans e camicia.
I REM sono la parte meno caciarona del rock.

Non hanno bisogno di nulla che stupisca, la ricetta è quella semplice e tradizionale quanto basta propria dei migliori cuochi. Si sa, ad essere importanti sono gli ingredienti che devono essere genuini e ben miscelati: semplici canzoni, strofa-ritornello. Niente assoli.

La cucina è ottima: suonano bene e ci mettono l’anima.
Vecchie volpi che sono, sanno dosare le forze senza essere impostati.
Li guardi e intuisci la naturalezza di saper fare bene solo questo mestiere e la gioia un po’ infantile che rimane dopo tutti questi anni di carriera.

Tutto semplice: si divertono e fanno divertire. Il pubblico reagisce e Michael Stipe ringrazia.
Sono due ore in crescendo, compatti e sempre a fuoco come pochissimi sono capaci di essere.
Sì, c’è la scenografia ed è ottima: accompagna senza mai sovrastare, sottolinea ed esalta senza mai rubare la scena.

I bis sono generosi e anche chi – come il sottoscritto, conosceva neppure tutte le canzoni più famose se ne torna a casa riconciliato con il rock.

Ah, prima c’erano gli Editors che non sono affatto male, però non togliamo loro la sacrosanta gavetta prima del giudizio definitivo.

E dagli

Domenica scorsa, seduti ai tavolini all’aperto di uno dei tanti bar di una delle tantissime località turistiche. Cameriera piaciona, gente allegra e rilassata seduta a bere e mangiare. Giornata perfetta.

Arriva una zingara e subito la cameriera perde ogni simpatia e bonarietà e la manda via in malo modo. Tantissimi avventori immediatamente solidali con dei “andate a lavorare”, “andatevene” e cose del genere.

A questa cosa ci penso ancora adesso.
Oggi volevo cercare conferma di una lista di zingari famosi che ho sentito in radio e vedo che Antonella ha come al solito fatto un buon lavoro: Charlie Chaplin, Yul Brinner, Rita Hayworth e persino Andrea Pirlo.

Non che io voglia a tutti costi difendere la delinquenza o l’illegalità, ma fa schifo vedere tanto livore contro quella che nella maggior parte dei casi è solo povera gente, poveri cristi.
Del resto è così: siamo preoccupati, impoveriti, insicuri e avere finalmente un nemico, un capro espiatorio, una vittima sacrificale ci fa sentire davvero meglio.
Ci piace un sacco usare (o far finta di) il pugno duro contro qualcuno che, tuttosommato, non è sicuramente la principale causa dei nostri problemi.

E’ bellissimo prendersela con questa gente mentre altri possono continuare indisturbati a farci tutto quello che vogliono. Siamo capaci di arrabbiarci con una sola categoria alla volta, noi, e questa volta tocca a chi ha il torto di vivere diversamente da noi.
Questi zingari, che fino a ieri erano completamente invisibili per noi, improvvisamente si sono parati davanti ai nostri occhi e abbiamo finalmente capito che è loro la colpa di quasi tutto. E allora dagli allo zingaro!

Non posso che citare letturalenta e andarmente a dormire un po’ amareggiato.