Kindle: sarà davvero rivoluzione?

C’è chi lo definisce l’equivalente dell’iPod per gli e-book.
Senza entrare nel merito delle questioni squisitamente tecniche, senza pensare alle limitazioni all’uso delle opere acquistate che ricordano davvero iTunes col suo DRM, io dico soltanto che il Kindle è un po’ troppo bruttino per diventare l’oggetto rivoluzionario che vincerà sul gusto per la carta stampata che non sembriamo affatto aver voglia di perdere.

Credo che ci sia una folta schiera di amanti devotissimi della carta stampata, che trovano un inspiegabile benessere nel contemplare la propria libreria carica di volumi colorati, li accatastano in doppie e triple file, li mettono in mostra anche se sono ingialliti, stropicciati.
Queste persone scrivono su ogni romanzo la data in cui l’hanno comprato, aprono un volumetto da niente solo per rileggere per l’ennesima volta la dedica scritta a penna sulla prima pagina.
Persone generalmente miti e accondiscendenti, sono capaci di mettere a dura prova amicizie decennali per prestiti mai resi, gelosi padroni di tomi dal valore commerciale praticamente nullo.

Certo, forse in un futuro non molto prossimo anche queste persone si aggireranno con un Kindle per le strade, sui treni, in metropolitana. Ci leggeranno il quotidiano, i loro blog preferiti, le previsioni del tempo e i documenti di lavoro che non hanno avuto la forza di studiarsi la sera prima, ma me li vedo sempre e comunque con un tascabile nella borsa.

Stiamo parlando di persone colte, ben consapevoli che ridurre il consumo di carta è necessario, e sono i primi a cercare di farlo nel proprio piccolo, ma forse anche per questo inguaribilmente romantiche, inesorabilmente sensibili al millenario fascino della pagina, al sensuale tocco della sua fisicità.
Finchè queste persone avranno occhi per leggere, le librerie continueranno ad avere scaffali e non solo aree download.

Sono persone spesso interessate o addirittura entusiaste della tecnologia, ma un oggetto come Kindle non porta loro nessun vantaggio pratico, anzi li priva di tanti piccolissimi piaceri.

Credo che per queste persone il passaggio completo alla carta digitale non avverrà mai del tutto. Saranno le nuove generazioni a decretare o meno il successo del sostituto della carta, ma forse per allora ci sarà qualcosa di meglio del Kindle.

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Condivisioni

Mantellini e Granieri parlano di condivisione (a scrocco) della connessione wi-fi.  Non ci vedo nulla di male se il gentile donatore di banda non si preoccupa di limitare l’accesso, lo prendo come un “fate pure”.

Fatto sta che io evidentemente scelgo sempre di metter casa in quartieri di egoisti tecnologicamente avanzati, visto che non mi è mai riuscito di beccare una connessione aperta.

Mi vien voglia di aprire la mia e vedere se qualcuno si attacca.
Voi scroccate e/o fate scroccare?

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