Mi verrebbe da scrivere qualcosa sulla manifestazione di ieri a cui non ho potuto partecipare, ma il mio Primo Maggio è stato un treno di cosiddetti no-global, tutti vestiti uguali, in divisa, esattamente come tutti gli altri loro coetanei, tra puzza di piedi e profumo di ganja.
Tra loro si annidano i profughi dei tanti vuoti giovanili, gente che è lì per caso, potrebbe essere allo stadio, in strada a fare le corse di motorini truccati o in sala giochi a battere sigarette. Basta avere i dreadlock, una maglietta con una scritta vagamente politica e imbrattare qualsiasi superficie scrivibile con scritte del tipo Cenere alle Celere per sentirsi parte.
Ho parlato con ragazzi intelligenti che sanno cosa stanno facendo, altri che almeno ci provano, e altri invece che spiccicano solo qualche slogan e sembra che abbiano solo bisogno di una qualsiasi divisa “per fare casino”, sia quella di un poliziotto, un celerino o un povero ferroviere.
Il movimento è una massa di gente e come tale tira su un po’ di tutto, primi fra tutti i cretini e quelli che non capiscono niente di quello che sta loro intorno. C’è chi alla manifestazione c’è andato convinto, chi per fare casino e chi l’ha presa come una gita in cui fumare spinelli sul treno. E’ normale, ma i cretini mi danno fastidio, mi da fastidio che siano l’erba di cui molta gente fa un unico fascio.