Ci metto una buona parola

Amor Fou - La stagione del cannibale Dimentichiamoci per un momento ogni possibile eccezione a quanto sto per affermare: quello che più mi piace dei blog è sentirmi consigliare qualcosa da una persona reale, non da una rivista prezzolata o da una casa editrice che spinge un proprio prodotto. Mi aspetto delle recensioni spassionate, parziali e del tutto spontanee e stavolta tocca a me.

Conosco Alessandro Raina dai tempi delle prime chitarre, delle prove finita la scuola. Per qualche tempo abbiamo condiviso sogni e progetti, la fatica di realizzarli, piccoli risultati con grandi gioie. Abbiamo suonato, mangiato, bevuto, scazzato e riso insieme.
Oltre al talento, Alessandro ha quella tenacia che può arrivare solo dalla passione e dall’urgenza di mettere in musica il proprio essere, e quanto ad essere lui ha sempre avuto una propria personalissima dimensione che non sembra ami condividere del tutto con gli altri.

Per chi si fosse perso il suo primo lavoro solista (a spulciare il libretto troverete anche il mio nome) o la sua collaborazione con i Giardini di Mirò, esce ora il disco dei suoi Amor Fou.
Sono canzoni raffinate che raccontano la storia di due amanti. Per descriverle meglio si scomodano Battisti, Tenco, Radiohead, Notwist e Blonde Redhead. Alessandro è cresciuto ed è accompagnato da ottimi musicisti.
Se non fidate di me, forse vi fiderete del più autorevole giudizio di Corrado Nuccini.

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3 commenti su “Ci metto una buona parola”

  1. …ma soprattutto chi avrebbe mai detto che mi sarei ritrovato -è roba di pochi giorni fa- a parlare del demo dei Mieledilei con Manuel Agnelli e Claudio Bonoldi…che oggi lavora per Universal edizioni e se lo ricorda ancora di brutto!

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