Vi racconto la stessa storia ambientata in due posti diversi.
Italia
Compro online due biglietti per una mostra prima della sua inaugurazione tramite il principale circuito nazionale di prevendite.
Dopo poco pare che la mostra verrà rinviata, poi invece viene detto che si farà a data da destinarsi, di avere fiducia che comunicheranno presto le nuove date.
Chiedo il rimborso dei due biglietti e mi viene detto che purtroppo le spese di commissioni non posso essere restituite anche se sono loro ad annullare l’evento.
Dopo qualche settimane viene annunciato ufficialmente che la mostra proprio non si farà più.
Sono passati più di 5 mesi e del rimborso nessuna traccia. Nessun messaggio che mi aggiorni sullo stato della mia pratica o sulle cause del ritardo. Silenzio.
A qualche insulto sull’account Twitter ufficiale si risponde che i rimborsi sono cominciati da qualche settimana e sono ancora in corso (manco avessere venduto milioni di tagliandi, ma tant’è).
To be continued …
Stati Uniti
Mi accorgo che al momento del rinnovo automatico del mio abbonamento ad un servizio di streaming mi sono stati addebitati circa 20 dollari più del dovuto.
Dalla form sul sito chiedo spiegazioni in merito e il giorno dopo, in orario comodo per me nonostante il fuso orario, un addetto del servizio clienti mi telefona da New York per confermarmi che l’errore c’è stato e che entro 5 giorni lavorativi riceverò il corrispondente accredito sulla mia carta, con tante scuse per il disagio.
Inutile aggiungere che i soldi sono arrivati nei tempi promessi.
Fine della storia.