Tocca a me

19 marzo, San Giuseppe.
Fin dove arriva la mia memoria, in quel giorno mia zia Nina ha preparato le frittelle secondo la sua segretissima ricetta. Il ricordo del profumo che invadeva il cortile fin dalle prime ore della mattina si è impresso nella mia memoria come solo certi ricordi di infanzia possono fare.
Cuoca non certo memorabile, in quel giorno mia zia poteva avere per sè i complimenti di tutti.

La ricordo occupare per intero il cucinotto con la sua stazza imponente, voltarsi verso di me non appena entravo in casa sua e porgermi la prima frittella ancora calda.

Quel giorno, per la Festa del Papà di solito si preparava per tempo qualcosa a scuola, giusto un pensierino per par condicio con la Festa della Mamma che sarebbe arrivata di lì a poco.
Non ricordo mio padre in quelle occasioni, ma so che crescendo mi sono dimenticato spesso di fargli gli auguri, poi i tumulti dell’adolescenza mi hanno fatto abbandonare del tutto quelle che consideravo stupide e convenzionali ricorrenze.

Da qualche anno ho ripreso a fare gli auguri a mio padre. Sono molto più sinceri ora, perchè la Festa del Papà è solo un pretesto, una delle poche occasioni in cui due uomini, un padre e un figlio, possono mostrarsi un minimo di affetto senza vergognarsene.
Ancora oggi, a 33 anni suonati, mi scopro a pensare a lui, a chiedermi cosa farebbe al mio posto in certe situazioni.
Conosco tutti i suoi difetti e molti li rivedo in me. Qualcuno riesco a correggerlo, ad altri credo di essere geneticamente condannato. E mi chiedo che padre potrò mai essere io.

Buffo a dirsi, proprio il giorno della Festa del Papà ho saputo che a novembre avrò un figlio mio.
Non voglio tediare nessuno con i miei sfoghi di gioia e con le tante domande che mi faccio. Forse non ne sono ancora del tutto consapevole. Forse vederlo ieri che muoveva quelle gambe così minuscole mi ha chiuso la bocca e aggrovigliato le emozioni. E’ lo shock più bello che abbia mai provato.
Mi allenerò da padre come un atleta che si prepara senza sapere a quale gara sarà chiamato, cercherò di essere il compagno migliore possibile per la donna che mi sta vicino.

Tutto il resto non posso neanche immaginarlo, ma improvvisamente pensare alla prossima Festa del Papà è una delle cose più eccitanti che abbia mai provato.

Retroblogging, parte seconda.

Avere un caro amico è una cosa bellissima, ma se costui è anche un maestro di cose tecniche allora sei davvero un uomo fortunato!
Grazie all’immancabile e impareggiabile tejo, ho recuperato l’archivio di tutti i post che risalgono fino al 2003.
Peccato non avere più i primi vagiti di questo blog che giravano su una ormai preistorica versione di PHPNuke (Sì, esiste ancora).

Downgrade

E’ stato bello, ho ritrovato persone che non sentivo da anni, ma tutto sommato se nessuno dei due aveva cercato l’altro forse un motivo c’era.
Il resto è un enorme perdita di tempo, così ho disattivato il mio account su Facebook.
Poco importa se ripiomberò nel medioevo del web 1.0, io all’epoca non stavo affatto male.

(Per cancellarsi definitivamente pare che basti fare così).

Aggiornamento:

Facebook è pure  roba da vecchi, lo dice il Time.