Sono sposato con una donna, anche se solo civilmente. Abbiamo due figli che coabitano con noi.
Credo di poter definire la mia come una “famiglia tradizionale”, ma quando sento parlare di difendere la “famiglia tradizionale” non riesco a trovare un problema comune con quello del modello così spesso sbandierato.
In effetti, da quando mia moglie ed io abbiamo deciso di avere dei figli abbiamo incontrato difficoltà sempre crescenti, degne di un videogioco di quelli a cui giocavamo quando eravamo ragazzini:
– conciliazione lavoro – accudienza dei figli
– scarsa disponibilità degli asili nido
– spese per il mantenimento dei figli, dal latte in polvere e i pannolini fino alle spese per i libri scolastici
– scuole spesso fatiscenti, sottofinanziate che sembrano andare avanti quasi solamente grazie alla buona volontà di dirigenti ed insegnanti
– datori di lavoro che quando torni dalla maternità o ti mettono in parcheggio oppure ti fanno lavorare peggio di prima sperando nelle tue dimissioni
– spesa al supermercato che lievita di mese in mese.
Potrei proseguire…
Non sono invece mai stato aggredito da coppie omogenitoriali, inseguito da lesbiche minacciose o derubato da bande di trans.
A questo punto mi chiedo che tipo di famiglia sia la mia, visto che i pericoli e le difficoltà che incontra non sembrano essere quelli della cosiddetta “famiglia tradizionale”.
Categoria: Hey critichino
Orsù
Se come me, nonostante tutto, vi trovate costretti ad usare Whatsapp, avrete notato che nell’ultima versione dell’app sono stati introdotti i canali (non ci aveva ancora pensato nessuno, vero Telegram?).
Per promuovere questa nuova funzione Whatsapp mi propone alcuni canali a cui dovrei assolutamente iscrivermi.
Nell’ordine:
- Marco Mengoni (perchè non un acufene piuttosto?)
- RaiNews (mmm, ok)
- Jakidale (sono troppo vecchio per conoscerlo?)
- Agenzia delle Entrate (mai piaciuti i film horror)
A questo punto mi sarei aspettato un canale di curling e uno di uncinetto acrobatico, ma invece si continua con “Trash Italiano”, “Tiziano Ferro” e “Turkish Airline”.
Eddai Zuckerberg, anche se non ho più un account Facebook da anni sicuramente riesci a profilarmi meglio di così!
Nota a lato, più incredula che polemica:
ma davvero uno può avere 2 milioni di seguaci presentandosi così su YouTube?
Ho voluto cercare di capire cosa facesse questo tizio e ho capito:
Il fesso sono io che quando ho 10 minuti di tempo mi chiudo in bagno a leggere Il Post …
Quando penso che stiamo nutrendo la cosiddetta intelligenza artificiale con questi contenuti mi prende una certa inquietudine.
Femminicidio?!?
Salvo miracoli
All’apertura di Expo, tra i tanti padiglioni non finiti ci sarà proprio quello del paese ospitante.
A questo punto, visti i numerosi lavori in corso che sicuramente ci saranno nel primo periodo di apertura, Expo 2015 si candida a diventare la meta preferita dei pensionati “da cantiere”.
Siamo così
Vi racconto la stessa storia ambientata in due posti diversi.
Italia
Compro online due biglietti per una mostra prima della sua inaugurazione tramite il principale circuito nazionale di prevendite.
Dopo poco pare che la mostra verrà rinviata, poi invece viene detto che si farà a data da destinarsi, di avere fiducia che comunicheranno presto le nuove date.
Chiedo il rimborso dei due biglietti e mi viene detto che purtroppo le spese di commissioni non posso essere restituite anche se sono loro ad annullare l’evento.
Dopo qualche settimane viene annunciato ufficialmente che la mostra proprio non si farà più.
Sono passati più di 5 mesi e del rimborso nessuna traccia. Nessun messaggio che mi aggiorni sullo stato della mia pratica o sulle cause del ritardo. Silenzio.
A qualche insulto sull’account Twitter ufficiale si risponde che i rimborsi sono cominciati da qualche settimana e sono ancora in corso (manco avessere venduto milioni di tagliandi, ma tant’è).
To be continued …
Stati Uniti
Mi accorgo che al momento del rinnovo automatico del mio abbonamento ad un servizio di streaming mi sono stati addebitati circa 20 dollari più del dovuto.
Dalla form sul sito chiedo spiegazioni in merito e il giorno dopo, in orario comodo per me nonostante il fuso orario, un addetto del servizio clienti mi telefona da New York per confermarmi che l’errore c’è stato e che entro 5 giorni lavorativi riceverò il corrispondente accredito sulla mia carta, con tante scuse per il disagio.
Inutile aggiungere che i soldi sono arrivati nei tempi promessi.
Fine della storia.