Leggere questo post sulla cosiddetta pillola del giorno dopo non fa che aumentare la mia incazzatura sul dibattito riguardante la legge 194 e, più in generale, la libertà della donna.
Fino ad ora ho taciuto sull’argomento, anche nelle semplici conversazioni con amici e colleghi, forse per la cronica ritrosia che abbiamo verso qualsiasi argomento tocchi profondamente l’universo femminile. Effettivamente gli uomini più attenti alle questioni femminili di questi tempi sono grassoni barbuti, anziani in gonnella o… Formigoni.
E veniamo a Roma, luogo dove si svolge la storia raccontata nel post. Roma capitale, Roma Vaticana.
La percentuale di medici che si professano obiettori di coscienza (sulla pillola poi, non sull’aborto) è incredibilmente alta.
Come ho detto non mi voglio più trattenere, visto che tutti si immischiano nelle faccende private e personali degli altri mi adeguo e quindi la domanda un po’ carogna mi sorge spontanea: come mai la percentuale di questi medici obiettori non corrisponde poi a quella di frequentatori della messa domenicale?
Ancora recentemente mi è capitato di entrare in una chiesa durante la funzione della domenica mattina e, tolti i pensionati, le persone in età produttiva non bastavano a riempire le prime file di panche.
Immagino che i medici obiettori fossero tutti stati chiamati di urgenza in ospedale.