Il tassello mancante

In questi giorni, girando per Milano, non si poteva non notare il poster del recente Concerto Anni ’80 di Nino D’Angelo.
Mi sono baloccato per più di qualche minuto nell’immaginare la composizione del pubblico di quel concerto, a Milano, nel 2014.

Oggi invece mi imbatto in un libro che sicuramente copre una lacuna editoriale, ma rischia di aprire un’altra voragine di dubbio e disperazione in me.

La copertina di In diretta, il libro di Cecchetto

Titoloni per bietoloni

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Il titolo qui sopra è oggi su uno dei quotidiani più letti in Italia.
Se solo io ci vedo ignoranza e quel tanto di razzismo che da sempre accompagna Balotelli, ditemelo che mi metto il cuore in pace una volta per tutte.

Che poi sto “Balo” rimarrà il re della giungla fino al primo gol sbagliato, poi tornerà ad essere solo un “negro” arrogante e neanche tanto capace di giocare al pallone.

Una serata qualunque

Mi chiamo Enrico, ho 38 anni, abito a Milano.
L’Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti.
Ieri sera, dopo cena, mi sono messo davanti alla TV e ho cambiato canale finchè non c’erano più fiction.
Un signore barbuto che assomigliava a Gad Lerner parlava dalla sezione del PD a Firenze a cui è iscritto Matteo Renzi. Con i militanti seduti attorno al tavolo si faceva il funerale alla parola sinistra.
Mi sono guardato in giro, in effetti alla mia sinistra, sul mio divano rosso, non c’era proprio niente.
In TV, seduti attorno a tavolo, c’erano il militante anziano con i baffi (“Da Stalin a Renzi”), la ragazza giovane tutta ben vestita (“Io son bene cosa ha in testa Matteo”) e poi c’era quello di 40 anni che votava Berlusconi.
“Sono stato anche io folgorato da Berlusconi”, diceva senza troppa umiltà.

“Interessante questa trasmissione”, ho pensato io. E ho preso gli occhiali che stavano proprio lì, alla mia destra, sul mio divano rosso.

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A distrarsi…

È vero: la famiglia, i figli, il lavoro, le bollette e i social network portano via un sacco di tempo e ti distraggono da molte cose importanti.
Oggi, per esempio, mi sono accorto che stavo quasi per perdermi un’altra grande pagina di giornalismo.

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È sempre la povera Merkel che era stata definita inchiavabile? In questo caso sarebbe una sorta di promozione in campo internazionale.
Nel paese della culona, trucchi o non trucchi, si continua a stare meglio che in Italia, comunque.