Il genio c’è, tra gli spifferi della grammatica e gli interstizi della punteggiatura si manifesta, surreale come gli si addice.

Il genio c’è, tra gli spifferi della grammatica e gli interstizi della punteggiatura si manifesta, surreale come gli si addice.
Finalmente Apple ha ammesso tra i denti quello che la maggior parte degli utenti sospettava già da tempo: gli aggiornamenti di iOS limitano intenzionalmente le prestazioni del dispositivo dopo un certo lasso di tempo.
Quella di un progressivo rallentamento del proprio dispositivo non è quindi solo un’impressione, ma un dato reale.
Apple sostiene (come sempre) di farlo per il bene degli utenti: limitare le prestazioni del processore nei picchi di utilizzo manterrebbe efficiente più a lungo la batteria, vero tallone di achille di ogni dispositivo mobile.
Come al solito, Apple si arroga il diritto di scegliere cosa è meglio per i suoi utenti senza nemmeno informarli nè tantomeno dar loro possibilità di scelta.
In questo caso il conflitto di interessi è ovvio: chi produce e vende l’hardware è lo stesso soggetto che gestisce in maniera diretta ed indiretta tutto il software che può essere installato sul dispositivo.
Un dispositivo che perde progressivamente reattività creerà nell’utente il desiderio di un prodotto più nuovo che possa garantire prestazioni migliori, almeno fino a quando Apple non deciderà che è ora di cambiarlo con un modello successivo.
Quello che Apple ha messo in atto è vera e propria obsolescenza programmata, come un produttore di lavatrici qualsiasi.
Verrebbe da buttare il vecchio iPhone alle ortiche e buttarsi a capofitto su uno dei tanti scintillanti smartphone Android acquistabili a prezzi più popolari, ma chi ha voglia di buttarsi completamente nelle braccia onnipotenti e onnipresenti di Google?
Aggiornamento: secondo quanto riferisce Wired.com, Apple avrebbe cominciato il throttling solo nell’ultimo anno e per i modelli dal 6 in avanti, quindi se il vostro 4s è un mattone, ha fatto tutto da solo (o quasi).
L’articolo di Wired succitato ragiona un po’ meno a caldo sull’argomento.
Se la stessa solerzia e senso civico che sembra aver investito Milano da quando è arrivato il bike sharing di Mobike e di Ofo ricadesse anche sulla sosta selvaggia delle auto, questa diventerebbe la città più ordinatae vivibile d’Italia.
Qualche bicicletta lasciata sul marciapiede crea un “emergenza rastrelliere”, le auto sistematicamente parcheggiate al centro delle rotonde o su marciapiedi larghi giusto quanto l’automobile non fanno nemmeno scrollare le spalle.
Anche le auto del car sharing vengono spesso lasciate dove capita, ma ormai il parcheggio creativo sembra essere diventato tipico di Milano come l’aperitivo e la frenesia.