Non si fanno più i tempi di una volta

I pomeriggi di domenica che ricordo sono davvero pochi. Forse è colpa della domenica, giorno anonimo per statuto, lento e annoiato per antomasia, o forse per la mia cronica incapacità di collocare gli eventi nel tempo ormai passato.
Tra i ricordi delle domeniche alcuni risalgono a quando io e mio fratello abitavamo ancora con mamma e papà; comprendono il pranzo domenicale a cui poche famiglie sfuggono e due cose che mai più hanno avuto un ruolo così prominente nella mia vita e in quello che ne è rimasto nella mia memoria: televisione e automobili.
La domenica pomeriggio era infatti spesso il momento della Formula 1. Mio fratello ci impazziva, andava letteralmente in fibrillazione ed era uno spettacolo che, inizialmente nostro malgrado, ci coinvolgeva tutti.
Alla fine ci appassionammo anche noi, forse per le imprese di Schumacher, forse per il tifo così viscerale e sincero che il mio fratellino sembrava avere senza limiti.
E’ per questo che ancora oggi, anche se so a malapena chi sono i piloti della Ferrari, do sempre un’occhiata ai risultati delle corse. E’ quel che resta di qualche ricordo di una decina di anni fa, un tempo in cui Schumacher aveva preso il posto di chissa chi, a questo punto non credo che lo scoprirò mai e poco me ne importa.

Oggi resta solo da leggere Chinaski e farsi due risate.